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Nuovi dati sullo sviluppo: Italia aumenta aiuto allo sviluppo in controtendenza rispetto al dato globale

Oggi il Comitato per gli Aiuti allo Sviluppo (DAC) dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato i dati preliminari sull’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) relativi al 2017. Nell’anno della presidenza italiana del G7, l’Italia ha aumentato la spesa destinata allo sviluppo per il quinto anno consecutivo, passando dai 5,1 miliardi di dollari del 2016 ai 5,7 miliardi del 2017 e diventando il quarto donatore (in termini percentuali APS/RNL) tra i paesi del G7. Al netto dell’inflazione e dei tassi di cambio, si tratta di un aumento percentuale di oltre il 10% che porta il rapporto APS/RNL dallo 0,27% del 2016 allo 0,29% del 2017.

Emily Wigens, referente di ONE per l’Italia, ha dichiarato: “L’aumento dell’APS italiano per il quinto anno consecutivo è innegabilmente un dato positivo. Tuttavia, una quota preoccupante del bilancio complessivo stanziato dall’Italia non raggiunge alcun paese in via di sviluppo ma resta all’interno dei confini del nostro paese. La spesa interna per l’assistenza ai rifugiati ammonta infatti a quasi un terzo del totale (il 31,4%).

“Negli ultimi anni l’Italia ha sì riscoperto l’importanza della cooperazione internazionale come strumento centrale di politica estera, ma è giunto il momento di accelerare il passo aumentando in modo sostanziale gli investimenti. La popolazione giovanile africana raddoppierà entro il 2050. L’Italia deve investire adesso per garantire che ciò si traduca in un “dividendo demografico” e che si realizzi il potenziale dell’Africa di diventare il motore della crescita globale. Ci appelliamo dunque al prossimo governo, di qualunque colore politico esso sia, affinché faccia propria la visione dell’aiuto allo sviluppo come investimento strategico e affinché si impegni ad aumentare l’APS fino a raggiungere lo 0,5% del RNL entro la fine della prossima legislatura.”

L’aumento del contributo italiano risulta in controtendenza rispetto al trend globale. Il livello complessivo dell’APS è infatti sceso a 146,6 miliardi di dollari nel 2017 (un calo dello 0,6% in termini reali rispetto al 2016), fattore dovuto alla diminuzione della quota spesa all’interno dei confini nazionali per sostenere i rifugiati (IDRC, In-Donor Refugee costs). Se si esclude l’IDRC, l’anno scorso l’APS è aumentato dell’1,1%. Tuttavia, al netto della spesa per i rifugiati, quasi la metà dei paesi donatori ha comunque diminuito l’aiuto complessivo nel 2017.

I paesi più poveri del mondo – i paesi meno sviluppati (PMS) – hanno visto un aumento dell’aiuto bilaterale ricevuto del 4%, un dato positivo. Ma anche gli aiuti umanitari sono in aumento (+6% rispetto al 2016). Questo è motivo di preoccupazione, perché dimostra che i paesi donatori stanno aumentando gli aiuti per soluzioni a breve termine, ma gli aiuti globali non stanno crescendo dello stesso passo per affrontare le immense sfide mondiali, in particolare col raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsto per il 2030.

Sul trend globale, Sara Harcourt, Senior Policy Director di ONE, ha dichiarato: “La tendenza generale è preoccupante: siamo a poco più di un decennio dagli ambiziosi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e ciò che i dati mostrano oggi è che i paesi donatori non stanno dando priorità ai loro sforzi per porre fine alla povertà. Invece di fare passi avanti, la maggior parte dei paesi donatori sta rallentando il passo, o peggio, sta facendo passi indietro.

Vi sono, tuttavia, alcuni segnali positivi. I paesi donatori stanno gradualmente aumentando la quantità di aiuti destinati ai paesi più poveri ma, se vogliamo fornire una risposta adeguata agli enormi bisogni che il mondo sta affrontando oggi, è necessario che questo continui negli anni a venire.”

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